Grande rispetto per Giorgio Napolitano. Lo rispetto per la sua storia politica. A differenza di omuncoli che hanno rapidamente assaporato il potere senza fare nemmeno un po' di gavetta, Napolitano ha dedicato mezzo secolo alla politica senza mai sfiorarlo il potere.
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Giorgio Napolitano e sua moglie Clio |
Da giovanissimo è stato un fervente antifascista e partigiano, e per oltre cinquant'anni ha svolto un ruolo attivo, sostenendo il suo partito comunista, tenendo comizi, visitando le fabbriche e stando al fianco dei braccianti. Era uno zelante diligente, sicuramente un vero e proprio burocrate di Partito.
Un conto è la legittima critica, altro è la mancanza di rispetto e la mancata comprensione della Storia. Scrive uno che è profondamente libertario e quindi non può amare il vecchio Partito Comunista. Ma Napolitano merita rispetto, anche perché ha dimostrato di andare oltre ed esprimere anche sentimenti liberali.
Da giovane ha sfidato il fascismo, poi i padronati. In tarda età, si è trovato costretto a sfidare anche un pezzo vergognoso della magistratura italiana che ha tentato di metterlo in mezzo a quel disgustoso e fallimentare teorema giudiziario sulla trattativa Stato Mafia.
Lo ribadisco, il Partito Comunista e anche un po' il PD per come si è evoluto, ereditando la parte legalitaria più feroce del vecchio stalinismo, non mi appartiene.
In fondo non mi appartiene quasi più nulla. Tranne le battaglie radicali sui temi a me molto cari. E uno di questi temi, penso al sistema penitenziario e nel caso specifico l'amnistia, è stato portato in Parlamento con un messaggio del Presidente della Repubblica di allora. Ed era Giorgio Napolitano.
Damiano Aliprandi
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